Una funivia sospesa tra le nuvole, un osservatorio speciale sulla bellezza: Lagazuoi Expo Dolomiti, a quota 2.778 metri, propone “Snow Art.Dolomiti Romantiche”, una mostra temporanea (dal 4 gennaio al 7 aprile 2019) che crea un affascinante gioco di rimandi e rispecchiamenti tra interno ed esterno, tra il panorama circostante e le immagini in esposizione. Un’esposizione curata da Simona Gavioli e Chiara Caliceti, organizzata da Lagazuoi Dolomiti, con il patrocinio di Regole d’Ampezzo, Fondazione Cortina 2021, Dolomiti Superski e Anef.
Siamo nel cuore del comprensorio Dolomiti Superski, a metà strada tra Cortina d’Ampezzo e l’Alta Badia: in pochi minuti la funivia Lagazuoi ci porta in una dimensione speciale e “altra”, di fronte alla maestosità di una natura sconfinata che ha preso forma in milioni di anni. Un’immagine di pura bellezza che viene elaborata dallo sguardo di tre fotografi d’eccezione: i loro scatti, grazie a un sapiente uso della tecnologia, vengono proiettati sulle pareti di Lagazuoi Expo Dolomiti, il polo espositivo inaugurato nel febbraio 2018.
Pierluigi Orler, Gustav Willeit e Stefano Zardini, esponenti eclettici della Fine Art Photography e della Snow Art, hanno girato il mondo con la macchina fotografica al collo, ma sono “artisti di casa”: provengono rispettivamente dalla Val di Fiemme, dalla Val Badia e da Cortina d’Ampezzo. La loro sensibilità si è formata attraverso queste visioni, eppure hanno mantenuto intatta la capacità di meravigliarsi davanti a un paesaggio a loro familiare come se lo vedessero per la prima volta, trasfigurandolo in un’immagine nuova.
In fondo è il nostro sguardo umano e limitato a plasmare il panorama, a trasformare la realtà in un’esperienza di visione condivisibile con la collettività. Le montagne vengono restituite all’emozione di una ri-scoperta estetica. È un mondo nella sua essenza primitiva, immenso e fragile, catturato su pellicola da tre artisti visionari, capaci di lavorare per sottrazione, isolare frammenti di eternità e restituirceli intatti.
Pierluigi Orler, pioniere della Snow Art, è stato ricondotto in Val di Fiemme dalla sua grande passione per la montagna, dopo una carriera trascorsa firmando reportage di viaggio, ma anche food & wine e sport, e molte collaborazioni con le più importanti riviste di settore. Il BEST, pubblicazione del Comitato Olimpico che contiene le più belle foto sportive del mondo, lo ha premiato per due anni consecutivi, unico italiano presente nel libro.
Il secondo protagonista, Gustav Willeit della Val Badia, ha subito precocemente la fascinazione dei paesaggi dolomitici, e ha elaborato un suo linguaggio affinandolo attraverso il viaggio e partecipando a numerose mostre collettive e personali in Europa. Le sue immagini giocano sul confine tra realtà e immaginazione, ma sono sempre vibranti di calore e umanità.
L’ampezzano Stefano Zardini ha alle spalle decine di libri fotografici, una fitta attività nei settori del mondo fashion, dello sport, ma soprattutto anni di viaggi nelle regioni più inaccessibili al mondo, con reportage spesso estremi. Anche lui, dopo tante peregrinazioni, ha ritrovato la strada di casa e ha dato corso a una nuova stagione dedicata alla Fine Art.
Gli appuntamenti di Snow Art.Dolomiti Romantiche
- Apertura con open day alla presenza degli artisti: venerdì 4 gennaio dalle 11 alle 16
- Vernice martedì 5 febbraio alle ore 16 in occasione della settimana dei giornalisti GIS a Cortina
Pierluigi Orler
Da una goccia di rugiada magicamente appoggiata su un fiore a un infuocato tramonto sulle Dolomiti: è iniziata così la grande passione di Pierluigi Orler per la fotografia. Una passione trasmessa dal padre che sin da piccolo gli ha insegnato ad osservare, quasi a contemplare la realtà, per poi immortalarla in un'immagine in grado di dargli emozioni.
Ha collaborato per più di vent'anni con le principali testate di turismo italiane ed estere, documentando ogni angolo della terra con immagini di grande impatto. Appassionato di sport, ha seguito numerosi eventi Olimpici e Mondiali. Nel '97, è stato fotografo ufficiale della Fuji Film ai Mondiali del Sestriere. Il BEST, pubblicazione del Comitato Olimpico che contiene le più belle foto sportive fatte al mondo, lo ha premiato per due anni consecutivi come unico italiano presente nella rivista.
Lo affascinano le immagini legate al food and wine, agli chef e ai piatti. Tra i grandi nomi della cucina che ha ritratto: Gennaro Esposito, Heinz Beck, Pino Lavarra, Enrico Crippa, Riccardo Agostini.
E’ stato protagonista di alcuni importanti eventi e mostre che hanno incontrato grande successo del pubblico tra i quali, una personale intitolata ©Snowart nella cornice del MART- Museo d’Arte Moderna di Rovereto.
Gustav Willeit
Dal 2000 al 2004 ha compiuto gli studi presso la F+F Schule für Kunst und Design di Zurigo, acquisendo una capacità tecnica che si palesa chiaramente nell’impianto formale che supporta la sua innata visione poetica del mondo. Nel 2005 è stato assistente presso gli studi di vari fotografi a Zurigo. Dal 2006 è libero professionista tra l’Italia e la Svizzera.
Con la diffusione di massa di dispositivi che replicano all’infinito tutto ciò che facciamo, è difficile parlare di fotografia. E allora non parliamone. La fotografia non esiste. Esiste l’artista che utilizza la fotografia come strumento intellettuale e affettivo per relazionarsi con la complessità del mondo esterno in un intenso percorso di ricerca che finisce per coincidere con l’esistenza stessa. Ecco il tocco magico di Gustav: le immagini che crea raccontano. Come se il suo modo di fotografare appartenesse a un linguaggio scritto che si traduce in pixel. Non esiste il paesaggio: ci sono i cieli, le nuvole, le simmetrie, gli specchi, le rocce, la vita. Non solo solitudine e spaesamento. C’è avventura. Un temerario tentativo di ricomporre l’immagine di un luogo o di un volto o di un’architettura in bilico fra antropologia e geografia. Non è un caso che Gustav Willeit sintetizzi il suo essere in Guworld. Un mondo, quello colto da Gustav, che si esplicita in istantanee che annientano l’effimero per calarsi in una dimensione
di eternità. Attenzione però: non c’è nulla di salvifico in questo modo di agire e creare. Fateci attenzione, nelle immagini create da Gustav c’è sì la seduzione del sensibile e del presente, ma ci sono, ad uno sguardo profondo, anche delle crepe che annunciano, come le rughe di un volto, lo sgretolarsi della vita e della storia. Francesco Ricci
Stefano Zardini
Per oltre vent’anni è stato fotoreporter free-lance ed ha testimoniato situazioni di guerra e di emergenza in più di 60 paesi del mondo. Il suo film sulla siccità che ha colpito tutto il Sahel, dalla Mauritania alla Somalia è stato proiettato alla Casa Bianca, al Cremlino e al Palazzo di Vetro dell’ONU di New York.
In occasione del 50° anniversario della fondazione delle Nazioni Unite ha presentato, nella sede storica di Ginevra, una mostra sulla violazione dei diritti umani ed il suo reportage sulla prostituzione ed i lavori di fatica realizzato a Calcutta è stato presentato al Festival Internazionale di Fotogiornalismo Visa d’Or di Perpignan.
Ha collaborato con le maggiori testate nazionali ed internazionali fra le quali: Der Spigel, The Times, Sette del Corriere della Sera, Panorama, Max, Airone, AD Architectural Digest, Vogue, Sport Week e molti altre riviste e House Organ.
Oggi è maggiormente impegnato nella fotografia d’Arte e le sue opere sono presenti in molte collezioni private in Europa e non solo.
Unico fotografo italiano selezionato per Art Masters 2016 a St. Moritz. E’ fra i 100 fotografi italiani presenti nel recente volume realizzato da Nital per celebrare il centenario del prestigioso marchio Nikon.